La Storia
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Da : "Il calcio a Codigoro" di Ugo Bertaglia.

Tre ragazzi sedicenni, Odino Martinelli, Carlo Vecchi e Secondo Menegatti «chiamarono» questa società calcistica POLISPORTIVA AUDACE.
Nel giro di qualche anno la denominazione iniziale cambiò altre volte: S.P.A.C. (Società Polisportiva Audace Codigoro), Codigoro Foot-ball Club, Unione Sportiva Codigorese, furono le «varianti» apportate alla iniziale «ragione sociale».
Dalle cronache giornalistiche dell'epoca si è potuto rilevare come la compagine calcistica locale abbia assunto in seguito anche il nome di «Dopolavoro Sport Codigoro».
I tifosi locali però avevano appioppato ai loro beniamini il nome di battaglia «Leoni».
Primi indumenti di gioco - ci raccontarono Martinelli e Vecchi -, erano le mutandine che normalmente si portavano sotto i pantaloni ed una comune camicia bianca. Poiché i colletti dell'epoca erano intercambiabili, quando i nostri atleti affrontavano sul campo gli avversari, sostituivano gli originali con colletti di colore rosso.
Di qui probabilmente l'idea di scegliere come colore sociale il granata. Nei primi anni di attività calcistica, non esistendo campionati organizzati, le formazioni dei paesi viciniori si affrontavano in gare amichevoli, oppure in incontri validi per tornei indetti da Comuni o da Associazioni.

Al termine del Campionato dell'U.LI.C. 1933-1934, la Unione Sportiva Codigorese era costretta a cessare ogni attività ufficiale organizzata in guanto il terreno di gioco venne ceduto dal proprietario al Consorzio Agrario Provinciale che vi costruì in loco i propri magazzini tuttora esistenti.
Poco prima dell'inizio della seconda guerra Mondiale, un gruppo di giovani fondò una "Associazione Sportiva Nerostellati", denominazione tratta dal colore completamente nero delle maglie dove faceva spicco una stella bianca cucita sul petto, alla moda del glorioso Casale. Campo di gioco: una fetta di terreno ricavata sul campo aviatorio di Pomposa.
Nel settembre del 1943 arrivano a Codigoro i Salesiani. Sfollati da Ferrara causa i continui bombardamenti, l'Opera Salesiana grazie ad una generosa donazione del Sig. Vismara, proprietario della Cartiera Lambriana di Codigoro, costruisce immediatamente un campo sportivo per i numerosi giovani che gravitano nei cortili dell'ex proprietà Spada.
Completamente ferma l'attività calcistica organizzata, gli incontri in "amichevoli" si susseguivano a ritmo incessante con le formazioni dei paesi vicini.

L'Unione Sportiva Codigorese nel 1951-52 vince il suo primo campionato del dopoguerra. Oltre a Canella, giungono dalla Massese anche Galli, Conti e Bertelli. Battendo nell'ultima gara di Campionato il Tamara per 2-1, la formazione granata allenata da Carlo Fabbri si aggiudica il titolo di Campione Provinciale di 1a Divisione.
Dopo il campionato del 1963-64 anche nel 1965-66 il Codigoro si afferma nuovamente in campo regionale dopo una annata disputata senza subire sconfitte e dopo aver superato in finale il Castelbolognese. A metà campionato l'allenatore della Codigorese Riccardo Dalla Torre per screzi sorti con qualche elemento della formazione, si dimette. Callegarini part-time, allena contemporaneamente Codigorese e Fulgor, poi i dirìgenti di quest'ultima lo esonerano e l'allenatore passa a tempo pieno alla Codigorese. Nell'estate del 1966 Codigorese e Fulgor si fondono dando vita al Codigoro Football Club . I giocatori non locali vengono ceduti tutti, per disputare il campionato seguente con i soli elementi codigoresi.
Correva l'anno 1989 quando appena concluso il campionato precedente, Pacella, lasciato in solitudine per il ritiro di Nino Grigatti ritornato ai patri lidi (San -Giuseppe), tenta a più riprese di allestire un consiglio cercando invano collaboratori. Visti inutili i suoi tentativi. Cede i "pezzi" migliori per "rientrare" delle spese fatte nel quinquennio di sua permanenza in seno alla Codigorese.
Fatto questo, cede quel che è rimasto della società, nelle mani del Sindaco. II primo cittadino allestisce una assemblea a metà agosto e convince un gruppo di sportivi a prendere in mano le sorti del sodalizio granata rimasto in maniche di camicia. Il tempo stringe ed il nuovo gruppo capitanato dal rag. Dina Dianati ex giocatore, allestisce un'armata Brancaleone, la quale al via del campionato, rimane ai nastri di partenza, e qui la ritroviamo al termine del campionato stesso. Sì festeggia il 70esimo con una retrocessione. L'importante è partecipare, De Coubertin insegna.
A metà campionato, i dirigenti del Codìgoro nel tentativo dì risollevare le sorti della formazione sola soletta in fondo alla classìfica, sostituiscono l'allenatore Uber con... l'indistruttibile Callegarini, il quale fa la sua reentrè dopo otto anni di assenza !
Nel 2000/01 la N.U.S.Codigorese torna in promozione
vincendo un fantastico campionato di prima categoria!
Ultimo campionato vinto risale alla stagione 2009/10 sotto la guida del mister Trevisani Mauro, la N.U.S. Codigorese torna in prima categoria dopo la retrocessione del 2006/07.......intanto si avvicina il centenario!
Ugo Bertaglia

Il gioco del calcio mi ha affascinato da sempre.
Nelle gelide sere d'inverno, per ingannare il tempo che intercorreva fra il frugale pasto serale ed il momento di immergersi fra le candide lenzuola, ascoltavo a bocca aperta mio padre il quale magnificava le glorie degli idoli locali dalle scarpe bullonate.
Vivevo di fantasia sognando ad occhi aperti quei giocolieri della sfera di cuoio le cui immagini stagliate nella mente di fanciullo, per tanto tempo non avrebbero preso corpo.
Il paese non disponeva di un campo sportivo e noi ragazzi cercavamo di imitare il «balilla» Meazza, il più celebre e conosciuto dei campioni dell'epoca, scalciando in qualche spiazzo di terreno scosceso, palle di pezza costruite con i resti di pantaloni e sottane in disuso. Poi finalmente, il primo impatto con la realtà. Nell'agosto del 1941, con quattro formazioni a fare da protagoniste fra cui una rappresentativa codigorese, venne disputato un torneo su di un improvvisato rettangolo di gioco ricavato da una «fetta» di terreno dell'allora campo aviatorio di Pomposa. Potevo così soddisfare la mia morbosa e a lungo repressa curiosità.
Confesso che ne rimasi affascinato, drogato da quella disciplina sportiva che mi avrebbe portato successivamente dal lontano 1943, anno di costruzione del campo sportivo sul terreno dell'Opera Salesiana e fino ai giorni nostri, ad annusare Varia impregnata di canfora degli stanzoni adibiti a spogliatoi.
Nel ricordare gli albori di quella ripresa ago-nistca sia pure informa ridotta, mi sfilano in successione per la mente gli incontri con le compagini dei paesi viciniori che qui si trasferivano a cavalcioni di sgangherate biciclette.
Indimenticabili le «sfide» con le formazioni allestite dai militari tedeschi di stanza nella bassa, immancabilmente soccombenti nei confronti con i ragazzi oratoriani a cui davano una mano tre giovani pretini i quali, nella loro tenuta completamente nera e con le sottane legate sotto le ascelle, stonavano maledettamente al contrasto con le maglie rosse dei loro compagni di squadra.
Poi la fine del secondo conflitto ed il ritorno ai patri lidi degli scampati al grande olocausto. Alcuni dei nuovi arrivati erano personaggi il cui nome era rimasto impresso nella mia mente dai racconti del genitore.
In settembre di quell'assolato 1945, viene allestito un torneo detto «Coppa Rinascita», giocato per intero dalle sei società partecipanti sul rettangolo del «Salesiani».
A dicembre il via al primo campionato ufficiale con la rinata U.S. Codigorese nelle vesti di modesto comprimario.
Qualche anno più tardi la formazione granata giunge in porto a conclusione di una annata prodiga di soddisfazioni, finalmente davanti a tutti.
La successiva breve esperienza in promozione a girone unico per l'Emilia e la immediata ridiscesa nella categoria inferiore da dove baldanzosamente era scattata dai nastri di partenza l'annata precedente. Infine un ultimo campionato dell'equipe codigorese impegnata mestamente in un torneo incolore, triste presagio di una fine imminente. Poi tutto cadde nell'oblio.
Due anni di lunga attesa. Mancando sul proscenio il calcio, le domeniche sono tristi e vuote.
Animato da spinta intcriore, convinco don Enrico Cantù ad entrare in lizza: mi da una mano Callegarini nei panni del trainer preparando i ragazzi.
Dopo un paio di stagioni siamo di nuovo in sella: ÙBER ALLES in campo regionale! Splendido campionato quello del 1958/59, senza ombra di dubbio il migliore tecnicamente fra quelli disputati dal dopoguerra ad oggi.
Ed i primi della classe siamo noi, VUNIONE SPORTIVA CODIGORESE!
Si susseguono le annate calcistiche con altri titoli a livello provinciale e regionale incamerati dai granata, i saliscendi di categoria ed infine l'ultimo campionato a suggello del «settantesimo», condotto dal Codigoro in maniera non proprio esaltante. Ma siamo vivi, vegeti, carichi di entusiasmo.
De Coubenin insegna. Ci siamo anche noi in attesa di tempi migliori.
Ho ricordato in rapida successione, la seconda parte di qnello sport che per me è linfa vitale.
Poi ho conosciuto di persona due ragazzi di quel «trio» che nel lontano 1919 pose la prima pietra per la stona «in granata». Con I 'entusiasmo dei neofiti, loro ultraottantenni, mi hanno raccontato con sorprendente sicurezza e precisione, dei primi inceni passi del neonato sodalizio dandomi in tal modo la spinta necessaria per affrontare quella che si rivelò essere una impresa lunga, difficile, faticosa ma certamente esaltante.
Ora, legati indissolubilmente in un unico volume, foto ed articoli di giornale ci raccontano le gesta dei pionieri del calcio locale e dei loro successori.
Questa raccolta darà indubbiamente adito a discussioni, ma, come ogni società che si rispetti, da oggi l'Unione Sportiva Codigorese, con questa pubblicazione, entra di fatto nella storia del calcio dilettantistico.
Ugo Bertaglia